martedì 20 luglio 2010

Sud: Bregantini, prendere positivo dalla Lega

CITTA' DEL VATICANO, 20 lug. - "Quello che la Lega, in positivo, ha compiuto a Nord, e' stato dare identita' alle regioni del Nord.
Pero', la Lega ha poi compiuto un errore, che e' quello di isolare il Nord dal Sud". Lo afferma mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro. "Al Sud - rileva ai microfoni della Radio Vaticana commentando i dati dell'Ismez - occorrerebbe una ripresa di dignita' e di coraggio, in modo che possa prendere in mano la propria storia per renderla il piu' possibile affrontabile e risolvibile". "Il mondo politico - chiede - deve sentire il Sud come una questione dell'Italia, non del Sud; d'altra parte, la gente del Sud deve sentire la propria storia come propria, prendendola in mano fino in fondo". Secondo mons. Bregantini, "la questione meridionale la si rimuove ormai da tanti decenni, e non la si vuole affrontare perche' affrontarla vuol dire rendere la questione meridionale questione nazionale, e questo non lo si vuole fare, perche' e' piu' comodo pensarla problema settoriale". "In realta' - spiega l'arcivescovo sacramentino - ha ragione don Sturzo: la questione meridionale sara' risolta solo quando essa diventera' questione 'nazionale', che e' poi il grande appello che gia' nel 1989 e tre mesi fa i vescovi hanno ribadito che 'il Paese non crescera' se non insieme". Per il presule, che e' stato a lungo vescovo di Locri e impegnato contro la 'ndrangheta, "la seconda causa e' purtroppo legata anche ad alcune disfunzioni culturali e anche religiose e spirituali che la gente del Sud si porta dietro, per cui il peggior nemico del Sud non e' la mafia, ma e' non credere al proprio futuro, il non essere forti nella propria identita'". Mons. Bregantini, osserva inoltre nell'intervista che i dati diffusi oggi rappresentano "la tragica conferma che i numeri danno ragione al cuore, perche' le sale di attesa dei vescovi sono gremite di persone che chiedono lavoro o che comunque domandano un aiuto, un'assistenza". "Intrecciando questi dati con quanto fanno le Caritas e le parrocchie, la situazione e' sempre piu' allarmante: il mondo del Sud - denuncia Bregantini - e' sempre piu' impoverito". Inoltre, "e' mancato, da parte del Nord e anche dello Stato, la coscienza che il problema della lotta alla mafia e' un problema di tutti e lo si e' delegato o affidato - tristemente - alle regioni meridionali, non averlo affrontato insieme, in alleanza, ha permesso alla mafia di estendersi, non solo: ma di capire che gli investimenti migliori per loro sono a Nord. La mafia pensa al Sud ma investe al Nord".

Fonte: www.agi.it - 20.07.2010

Nessun commento:

Posta un commento