venerdì 5 marzo 2010

Sud Italia più povero di Grecia e Portogallo. Il rilancio con una No tax area?

L’Italia del Pil pro capite è spaccata in tre: Nord oltre i 30.000 euro, Centro sopra i 28.000 euro, Sud e Isole a circa 17.000 euro. Detto altrimenti, un italiano residente al Nord in media può godere di una ricchezza quasi doppia (pari a quella di un austriaco o di un olandese) rispetto a quella di un cittadino medio residente al Sud (ricco quanto un estone o uno slovacco) e di poco inferiore a un italiano residente nel Centro Italia (ricco come un tedesco o un francese).
Questo dicono i dati dell’ultima elaborazione Eurostat sul Pil pro capite in Europa, area Euro (16 paesi) e Europa a 27: il nostro Sud (Pil pro capite 17.100 euro, aggiustato con il Pps) e le Isole (17.200) sono più poveri in media rispetto a paesi dell’Europa Mediterranea come Portogallo (18.800) e Grecia (23.100), ma anche di ex paesi dell’Est, come la Slovenia (22.100), e sullo stesso livello di Slovacchia (16.900) ed Estonia (17.100).

Un’Italia a tre marce quella dipinta dalle statistiche Eurostat, pubblicate a febbraio 2010 e relative alla situazione di tre anni fa. Un periodo pre crisi e oggi le dinamiche, senza dubbio, sono cambiate; probabilmente verso il peggio (in attesa della prossima elaborazione degli uffici statistici di Bruxelles) considerando il notevole rallentamento registrato in Europa nel 2009.

E allora, quali soluzioni per rilanciare il Sud, che produce appena il 24% del Pil nazionale, proprio come sessantanni fa? Oltre ai (soliti) aiuti di stato, c’è una proposta interessante e ”ultra” liberista: la creazione di una “No tax area”, come ha scritto Oscar Giannino. Ecco un passo dell’articolo (pubblicato su Chicagoblog):

“Se vogliamo davvero che il Sud aiuti il Sud , dobbiamo puntare a che si rafforzi l’imprenditorialità vera, non al moltiplicarsi di iniziative mordi - e - fuggi per incamerare qualche sussidio e chiudere poi rapidamente porte e capannoni (…) La politica, in altre parole, dovrebbe capovolgere lo schema sin qui seguito. Se intende lasciare il più possibile delle risorse nelle mani di imprenditori sani e veri, senza mediazioni e patronaggi, al contempo tenendo sempre a mente il vincolo di finanza pubblica, allora dovrebbe considerare seriamente e una proposta che ha quasi del rivoluzionario, nella storia italiana. Una vera NO TAX AREA per il Sud”.

E ancora nel passo successivo:

“Il fisco per lo sviluppo non passa solo per la – risibile, dal mio punto di vista iperminoritario di questi tempi – lotta ai paradisi fiscali, ma anche per assicurare alla parte meno sviluppata dell’Italia qualcosa di analogo a ciò che ha comportato il meno fisco per l’Irlanda”.

E se fosse questa la strada da seguire per il rilancio il Mezzogiorno e farne uno dei punti più attrattivi per gli investimenti nel Mediterraneo? Una proposta che non dovrebbe rimanere sui giornali e che andrebbe presa sul serio, senza dimenticare che è ancora la criminalità organizzata uno dei maggiori ostacoli da abbattere per lo sviluppo delle regioni meridionali.

Fonte www.blog.panorama.it

Nessun commento:

Posta un commento